Con l’elmo e con la spada
Si dice che ci fu un tempo in cui in queste terre vivevano genti antichissime, forti e orgogliose, diverse dalle altre che abitavano oltre la cerchia di montagne che le divideva dai due mari dove il sole sorgeva e tramontava.
Grandi famiglie legate dalle donne, principesse madri di principi. Uomini coraggiosi che combattevano battaglie per conquistare nuove terre, per l’acqua e per i pascoli migliori. Uomini protetti dagli dei ai quali la famiglia dedicava luoghi sacri dove offrire doni per chiedere forza, salute e fortuna in battaglia.
Vestito di bronzo con l’elmo dalle grandi creste ricurve, come ali, per terrorizzare i nemici, dischi di bronzo a proteggere il petto, cinturoni alla vita e lamine di bronzo sulle gambe, il principe montava il focoso cavallo, da tenere a freno con il morso o pungere con gli speroni per la battaglia, brandendo la lucente spada di ferro dal pomo d’avorio, la lancia e giavellotti di bronzo per colpire da lontano il nemico.
E dopo, nella quiete delle ricche dimore, incontrarsi nei banchetti per raccontare, bevendo vino profumato nelle lucide coppe, ciascuno le proprie eroiche imprese o ricevere, come ospiti, altri principi con i quali scambiare doni preziosi, cosicché ciascuno riconoscesse nell’altro, seppure diverso, gli stessi ideali.